Ci siamo! Tra nostalgia e speranza, la scuola riparte!
In molte Regioni italiane oggi, dopo i lunghi mesi del lockdown, della FAD, della lontananza fisica da compagni e formatori, la scuola riparte.
Anche le sedi Endo-fap torneranno ad animarsi di voci e di una presenza tanto attesa, con l’attenzione al rispetto di norme e prescrizioni, per la salute di tutti, a scuola ed a casa.
Roberto Franchini, presidente di Endo-fap, rivolge a tutti, ragazzi, formatori, personale e famiglie un saluto per l’inizio di questo nuovo ed eccezionale anno scolastico:
Ecco, ci siamo!
Dopo mesi di ansia e preoccupazione, durante i quali abbiamo dovuto vederci attraverso il filtro di uno schermo a cristalli liquidi, possiamo, con un po’ di trepidazione, rientrare nello spazio educativo, che è luogo di incontro e di relazione, prima che di insegnamento e apprendimento.
Tutti abbiamo sentito un’acuta nostalgia proprio di quel luogo in cui non è certo assente la fatica, a volte anche lo stress, sia di chi insegna che di chi apprende. Come spesso si dice, per comprendere il valore delle cose e delle persone occorre sperimentarne l’assenza: bene, proprio questo è accaduto, e abbiamo così potuto avvertire più consapevolmente l’importanza della scuola e della sua funziona educativa e sociale.
Mentre ci accingiamo a tornare, vorrei però esprimere un augurio, che è diverso da quello che vedo scritto da qualche parte… infatti, qualcuno afferma che “occorre tornare alla normalità”. Beh, se tornare alla normalità significa ripristinare la scuola come se nulla fosse accaduto, allora non sono d’accordo. La pandemia non è solo una sciagura, ma è stata ed è ancora un’opportunità per imparare qualcosa, ascoltando con più profondità quel bisogno di cambiamento che si avvertiva già prima di essa.
Mentre combattiamo il virus con le armi della prevenzione, occorre contrastare un altro virus, che è quello di voler conservare le cose come sono, senza raccogliere i mutati bisogni educativi delle nuove generazioni. Il lockdown ci ha mostrato quanto sia insopportabile la valanga di lezioni sincrone, senza l’anima della relazione… bene, questo è vero anche in presenza!!!
Nel tempo che viviamo i giovani non hanno bisogno di una moltiplicazione di parole e contenuti (che possono più agevolmente rintracciare con la tecnologia). Il fattore umano fa la differenza sul piano della relazione e della collaborazione attiva, non sul piano della trasmissione dei saperi.
Accogliamo dunque con coraggio la spinta al cambiamento che il COVID ha solo accelerato, predisponendo spazi di relazione, piuttosto che aule e cattedre; tempi di ricerca e di collaborazione, piuttosto che di ascolto passivo.
Il nostro Fondatore, che ha ascoltato con coraggio apostolico le emergenze e i bisogni del suo tempo, ci incoraggia ad essere alla testa dei tempi, e non alla coda. Non per essere moderni, ma per avere in mano il cuore dei ragazzi, avvicinandoli di più, facendo loro comprendere che vogliamo il loro bene, il loro vero bene, morale, educativo, professionale e cristiano.