Testa, cuore e mani: con Don Orione per la formazione e il lavoro
Formatori, direttori e personale dei centro di Formazione professionale Endo-fap si sono incontrati a Villa Lomellini per il tradizionale corso residenziale estivo.
Il corso è iniziato in una data importante per la famiglia orionina. Il 3 luglio, infatti, si ricorda l’anniversario dell’apertura del primo oratorio, episodio che Don Orione ricorda con queste parole: “Cari miei figli, ho voluto, oggi 3 luglio, ricordarvi quel primo Oratorio e quella prima fatica, non solo perché mi aiutiate a dar grazia al Signore, ma perché riflettiate bene che la Piccola nostra Congregazione è nata da un Oratorio festivo: un Oratorio di giovanetti è stata la pietra angolare della nostra Istituzione. E la SS. Vergine , in momenti, allora, di grande afflizione e di viva persecuzione, maternamente si degnò prendere fin d’allora, sotto il suo manto celeste, non solo l’Oratorio – del quale aveva posta in Sue mani la chiave -, ma tutta la moltitudine, senza fine, dei Figli della Divina Provvidenza che sarebbero venuti poi, di ogni genere e colore”.
I Centri di Palermo, Paternò, Mestre, Roma, Borgonovo, Fano e Piacenza accolgono nei loro corsi molti ragazzi e ragazze che approdano a questi corsi dopo insuccessi e delusioni. Per questo lo staff dei centro Endo-fap vivrà tre giornate di riflessione e confronto per continuare la preziosa opera educativa che svolgono ogni giorno per sostenere gli allievi nel loro percorso personale e professionale.
Roberto Franchini, presidente di Endo-fap, ha salutato i partecipanti, auspincando giornate dense di spunti da attuare nelle diverse sedi. Don Felice Bruno, consigliere provinciale, ha avviato i lavori, seguito dall’intervento di Don Flavio Peloso, che ha proposto i messaggi che don Orione rivolge ora agli educatori dei giovani.
Damiano Previtali, dirigente del ministero dell’istruzione e del merio, ufficio Valutazione del sistema nazionale di istruzione e formazione, ha illustrato la riforma che dal 2p025 coinvolgerà anche i centri di formazione professionale nel sistema di valutazione scolastica statale, un’opportunità per far scoprire la ricchezza dei CFP attraverso gli strumenti che lo Stato mette a disposizione delle scuole.
Infine, Emanuele Serrelli, ricercatore dell’università Cattolica di Brescia, ha presentato il service learning, ovvero la proposta di attività di volontariato in risposta ai bisogni della comunità che vengono inserite nella proposta formativa di una scuola o di una università.
Nel secondo giorno, i partecipanti hanno ascoltato la testimonianza di Don Pietro Sacchi, sacerdote orionino impegnato con i giovani in progetti di vicinanza alle persone emarginate, carcerati, tossicodipendenti e nomadi. Don Pietro ha esortato ad andare oltre alla categoria per scoprire la persona, le sue ferite, per poterle trasformare, con l’ascolto e una presenza autentica, in feritoie di luce.
Don Bruno Bignami, direttore dell’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro della CEI, ha parlato di cultura del lavoro, alla luce delle parole di Papa Francesco nella lettera enciclica Fratelli tutti. “In una società realmente progredita, il lavoro è una dimensione irrinunciabile della vita sociale, perché non solo è un modo di guadagnarsi il pane, ma anche un mezzo per la crescita personale, per stabilire relazioni sane, per esprimere sé stessi, per condividere doni, per sentirsi corresponsabili nel miglioramento del mondo e, in definitiva, per vivere come popolo“: per modificare la cultura del lavoro e ridare senso al sacrificio e alla fatica, serve una comunità.
Nel pomeriggio, dopo i lavori di gruppo, i partecipanti si sono recati alla fonte del loro lavoro educativo: nel Santuario della Madonna della Guardia di Tortona hanno pregato davanti alle spoglie di Don Orione, affidandogli i propri sogni ma soprattutto ciascuno dei ragazzi che la Provvidenza ci ha affidato.
Dopo una sosta al Paterno, per vedere dove Don Orione ha vissuto, una cena degustazione nei colli tortonesi ha concluso la serata.
Alessandro Mele, Direttore generale di Cometa, una realtà sociale di Como che si occupa di minori e famiglia attraverso l’accoglienza, l’educazione, la formazione ed il lavoro, ha presentato il tema dell’ultima giornata: l’impresa formativa e la forza educativa del lavoro.